In un contesto globale in cui le competenze dei rifugiati sono spesso sottovalutate o inespresse, il mercato del lavoro italiano si trova ad affrontare una sfida opposta: la carenza di lavoratori qualificati. Tra il 2023 e il 2027 si stima un fabbisogno di circa 4 milioni di lavoratori, con una forte domanda in settori specifici.

È in questo scenario che si inserisce il progetto Labour Pathways for Refugees – Italy, promosso da Diaconia Valdese, con l’obiettivo è creare corridoi lavorativi sicuri, legali e strutturati, capaci di rispondere sia alle esigenze delle aziende italiane, sia al diritto all’autonomia e all’inclusione dei rifugiati.

Il progetto Labour Pathways for Refugees di Fondazione Accenture, UNHCR Italia e Diaconia Valdese

Il progetto si fonda su un approccio territoriale innovativo, sviluppato attraverso il modello del partenariato torinese. Al centro c’è un’idea precisa di welfare inclusivo: non assistenzialismo, ma accompagnamento concreto all’integrazione lavorativa e sociale.

Nel 2024 sono stati attivati i primi due progetti pilota, Ready4IT e Goldsmith, rivolti a 27 rifugiati selezionati in Uganda e Giordania. Prima della partenza, i beneficiari hanno seguito corsi professionali, di sicurezza sul lavoro, lingua italiana ed educazione civico-linguistica, in linea con le indicazioni ministeriali. Dopo l’arrivo in Italia, previsto entro fine 2024, i partecipanti verranno accompagnati nel percorso abitativo, inseriti nelle aziende e orientati sul territorio.

Il progetto valorizza il capitale umano dei rifugiati, mettendo in rete imprese, istituzioni, enti formativi e il terzo settore, con l’obiettivo di creare un modello replicabile in altri contesti locali.

A chi è rivolto il progetto

I beneficiari diretti del progetto sono 27 rifugiati5 donne e 22 uomini – con status riconosciuto da UNHCR o dal paese di prima accoglienza, provenienti da Uganda e Giordania. Possiedono competenze professionali specifiche e sono stati selezionati da aziende italiane sulla base delle esigenze reali del mercato del lavoro.

I beneficiari indiretti includono le famiglie dei lavoratori, che potranno essere ricongiunte una volta raggiunta la stabilità economica e sociale, e le comunità ospitanti, che beneficeranno di nuove energie e competenze. Le aziende, oltre a ricevere forza lavoro qualificata, diventano attori centrali dell’integrazione, contribuendo a costruire una società più coesa e resiliente.

 

Nome del progetto: ReadyForIT - Labour Pathways for Refugees
Organizzazione proponente: Commissione Sinodale per la Diaconia ETS
Area di intervento: Inclusione & Sviluppo Sociale