I percorsi di autonomia del Cepim nascono nel 1992 con l’intento di potenziare lo sviluppo di autonomie di base. A questi percorsi, ormai profondamente cambiati e più ricchi, della durata di circa 3 anni, sono state affiancate dal 2013 esperienze di autonomia abitativa per confrontarsi con la gestione di un ambiente domestico e sperimentare un primo e sereno allontanamento da casa.
Questo progetto si pone quindi in continuità con quanto fatto finora e vuole sia essere un ampliamento nel numero delle persone coinvolte, sia coinvolgere più aree di vita e integrare i vari tessuti sociali di appartenenza di ogni individuo. Scopo ultimo di questi percorsi è infatti la realizzazione di progetti individualizzati dove la persona con SD possa scegliere il suo percorso di vita, come avvenuto per il progetto “Ve.La” del Centro studi dell’Università di Torino ispirazione prima di una concreta applicazione della Convenzione Onu.

Le stime più recenti dell’OMS riportano l’incidenza della Sindrome di Down pari a 1 ogni 1.000, per un totale di circa 60.000 persone in Italia, di cui circa 900 solo a Torino. Anche a queste persone di rivolge la Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità che sancisce pari opportunità di vita. Dalle statistiche Istat però, ferme ancora al 2015, si può notare come molti dei diritti non vengano ancora garantiti. In particolare i diritti al lavoro (solo 3/10 delle persone con disabilità lavorano e oltre i 7/10 non percepisce alcuno stipendio), all’inclusione sociale e alla vita indipendente intesa come il diritto di ognuno, INDIPENDENTEMENTE DALLA DISABILITA’, a scegliere il proprio domicilio e le persone con cui eventualmente condividerlo. Il cambio di paradigma imposto quindi dalla Convenzione promuove la nascita di servizi progettati a misura della persona e volti ad accompagnarla verso una vita piena, adulta e autonoma, con tutti i supporti di cui necessita.

Il Cepim-Torino odv, nato nel 1979, raccoglie più di 100 famiglie di persone con Sindrome di Down. Negli ultimi anni è sensibilmente cresciuta da parte degli associati la domanda di percorsi di accompagnamento all’autonomia e alla vita adulta in un’ottica individualizzata e inclusiva. Il desiderio urgente di vita indipendente riflette le paure per il dopo di noi e la solitudine in cui le famiglie precipitano una volta che il ragazzo/a termina la scuola. Mancano Servizi che accompagnino, dall’infanzia, a creare una rete sociale supportiva e percorsi di autonomia volti, non ad ‘addestrare’, ma a sviluppare autodeterminazione e capacità di gestione degli imprevisti per prepararsi ad un dopo di noi di vita autonoma o semi-autonoma e a svolgere un lavoro ‘vero’. Il bisogno di autonomia e inclusione è anche interesse della società dal momento che queste persone, opportunamente accompagnate nella crescita, possono essere cittadini attivi e dare il proprio contributo alla comunità

Il progetto, in linea con quanto sancito dalla Convenzione, vuole accompagnare bambini, ragazzi e giovani adulti con Sindrome di Down a sviluppare il loro pieno potenziale, sviluppandone le autonomie e supportandoli nella creazione di relazioni amicali che possano essere un riferimento nel loro percorso di vita indipendente. Attraverso la creazione di un contesto inclusivo e lo sviluppo di abilità sociali da parte delle persone coinvolte, si vuole facilitare la loro partecipazione attiva nella comunità e lo sviluppo di una personalità più adulta e autodeterminata, che possa un domani dispiegarsi pienamente anche all’interno di contesti lavorativi.

Beneficiari diretti sono 25 persone con Sindrome di Down, di età compresa tra i 6 e i 35 anni, che verranno accompagnati in un percorso di crescita e vita indipendente. Beneficiari indiretti saranno invece:
- le famiglie per un aumento delle loro capacità educative derivate dal confronto tra di loro, con gli educatori e lo psicologo, e per una risposta più completa al ‘dopo di noi’;
- la comunità per la partecipazione attiva da parte di queste persone, che saranno così risorsa e non più solo spesa sociale.

Il progetto coinvolge 25 persone con Sindrome di Down, 6-35 anni. Accompagna la loro crescita, ne potenzia le autonomie di base e le supporta nella creazione di una rete sociale e amicale solida, che possa essere un riferimento durante tutto il percorso di vita.

Punto innovativo del progetto è quello di svolgere queste attività non solo in associazione, ma anche all’interno di una casa, un contesto non connotato da disabilità, dove crescere come Persone e dove, oltre a poter trovare le proprie strategie per raggiungere la maggiore autonomia possibile, possano invitare i propri amici e compagni di scuola, coltivando così rapporti paritari in un contesto naturale, con la presenza di educatori e volontari come facilitatori per lo sviluppo della relazione Tutti i gruppi di autonomia prevedono esperienze nell’abitazione, in linea con l’età e le caratteristiche psicologiche di ognuno.

In particolare:
• Tra i 6-13 anni, un pomeriggio al mese in casa dove poter preparare una merenda, dopo aver fatto la spesa, da condividere poi con un piccolo gruppo di compagni di classe. L’obiettivo è quello di iniziare a familiarizzare con gli utensili e gli spazi domestici, aumentare le capacità attentive necessarie per la pianificazione dell’azione e per il problem solving, cominciare a sperimentare l’autonomia dai genitori.

• Dai 15 anni in su invece, si inizia a lavorare sulle autonomie abitative più specifiche, oltre a potenziare e consolidare le autonomie di base.
In particolare, sono previsti 5 diversi percorsi: o 1 weekend al mese, dal sabato alle 10 alla domenica alle 18 o 2 notti, da venerdì pomeriggio a domenica sera, per chi ha già fatto almeno 1 anno della precedente esperienza. Si aumenta il numero di notti passate fuori casa ma, soprattutto, si ha una giornata completa a disposizione (il sabato) per poter organizzare attività più complesse, come una visita a una città o una giornata al mare, in cui coinvolgere un piccolo numero di amici o 3 giorni completi in settimana per confrontarsi sulla gestione del tempo in base ai propri impegni, soprattutto lavorativi o 1 settimana al mese: è il momento finale dell’esperienza, per capire meglio cosa comporta una vita indipendente, quali sono le difficoltà maggiori con cui ci si deve confrontare e quali possono essere le strategie e i supporti più idonei alla singola persona. Si prende inoltre consapevolezza della propria personalità per un percorso sempre più individualizzato. o Percorsi individualizzati al termine di tutto, per un accompagnamento alla vita indipendente.

Ci saranno inoltre incontri periodici con lo psicologo e la logopedista per lo sviluppo personale e il potenziamento delle abilità comunicative. Outcome attesi sono un aumento di:
- Autonomie di base
- Autonomia personale quotidiana
- Senso di autoefficacia
- N. di relazioni amicali
- N. di eventi sociali frequentati e una riduzione di:
- Stress delle famiglie
- Stereotipi nella società


Nome del progetto: Un passo dopo l'altro
Organizzazione proponente: CEPIM-TORINO - Centro Persone con Sindrome di Down ODV
Area di intervento del progetto: Inclusione & Sviluppo sociale