La perdita di habitat naturali, riducendo la diversità e l'abbondanza delle piante, si traduce direttamente in un numero sempre minore di fonti di foraggio per gli insetti impollinatori e quindi sulla loro diversità e abbondanza, provocando disequilibrio nella regolazione dell'ecosistema.

L’impollinazione è infatti un servizio essenziale per il mantenimento sia delle specie vegetali selvatiche sia di quelle coltivate e, oltre ad essere la base del funzionamento degli ecosistemi, contribuisce a incrementare la loro resistenza e resilienza ai disturbi di varia natura e consente l'adattamento dei sistemi agro-alimentari ai cambiamenti globali in corso.

Secondo il rapporto “Pollinators, Pollination and Food Production” di IPBES, il 16% degli insetti impollinatori selvatici a livello mondiale è a rischio di estinzione a causa del cambiamento climatico, della perdita degli habitat, dei pesticidi, dell’inquinamento. Ma è dalle 20.000 specie diverse di insetti impollinatori che dipendono il 90% dei fiori selvatici e il 75% della produzione alimentare.

Il progetto BEE ZOOM di Fondazione Zoom

Gli impollinatori rappresentano una delle emergenze ecologiche più importanti. Poichè le aree agricole non forniscono habitat sufficienti per gli impollinatori selvatici, oggi la resa delle colture dipende sia dalla vegetazione circostante, sia dal supporto delle api gestite dall’uomo.

Ad oggi, sono pochi gli studi sulle dinamiche nell’impollinazione delle specie di impollinatori selvatici in relazione alle specie domestiche, così come non è ancora chiaro se le api da miele possano funzionare come impollinatori supplementari o alternativi. 

Con questo progetto, Fondazione Zoom vuole rispondere all'emergenza degli impollinatori attraverso: 

  • la gestione, la conservazione e la connettività degli habitat per il mantenimento e il ripristino degli insetti impollinatori e dei servizi di impollinazione, dedicando un’area di 13.670 mq allo studio della comunità locale degli impollinatori e delle specie botaniche di cui necessitano, per la formulazione di piani di gestione replicabili nella metodologia e per il razionale sfruttamento della risorsa erbacea;
  • il biomonitoraggio attraverso l’analisi dello stato di salute delle api e dei residui di fitofarmaci presenti nei loro prodotti per valutare la percentuale di inquinamento dell’ambiente circostante;
  • l'apicoltura come alternativa all'allevamento o all’agricoltura o come attività complementare per il ripristino dell'habitat, ma anche come lavoro riabilitativo sociale, potenziando i servizi socio educativi e/o socio assistenziali e sviluppando le abilità e le capacità delle persone per favorire la loro inclusione.

A chi è rivolto il progetto

Beneficiari diretti di Bee Zoom sarà il personale coinvolto nel percorso di ricerca, ovvero 4 ricercatori, 2 tesisti, 2 apicoltori, 2 agricoltori e 2 allevatori

A beneficiare indirettamente del progetto saranno poi gli Enti di ricerca ambientale e le Università - tra cui il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, il Dipartimento di Scienze Veterinarie, il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco - che utilizzeranno le api per il biomonitoraggio ambientale dell’area, studieranno le interazioni tra impollinatori selvatici e domestici per corrette azioni di tutela della biodiversità e svilupperanno tecnologie e protocolli di gestione degli alveari per gli apicoltori per adattarsi ai cambiamenti climatici; le aziende agroecologiche attraverso il ripristino delle specie botaniche necessarie per gli insetti impollinatori e formulazione di piani di gestione della risorsa erbacea e la sua conservazione nel tempo; i Comuni, primo fra tutti quello di Cumiana; le Associazioni del territorio, che potranno progettare attività educative e incontri per la comunità locale.

 

Nome del progetto: Bee Zoom
Organizzazione proponente: Fondazione Zoom
Area di intervento: Ambiente & Comunità Sostenibili