Attualmente è in essere una versione meno articolata di questo progetto. Il lavoro sulle autonomie avviene principalmente in coppia (due ragazzi e un educatore) e in progetti individuali rischiano così di perdere la personalizzazione tanto fondamentale affinchè ognuno possa davvero sviluppare la capacità di autodeterminazione e di indipendenza auspicata. Inoltre in questo modo è estremamente difficile lavorare sui contesti, che rimangono a margine nonostante debbano occupare una posizione centrale in questo processo.

Abbiamo osservato come questa prima parte del progetto sia stata indispensabile per l'acquisizione di autonomie personali fondamentali e per attivare le famiglie verso un processo di empowerment e di autodeterminazione, ora riteniamo necessario passare alla fase successiva, integrando quanto raggiunto con il presente progetto.

Principi chiave

- lavoro con la rete formale e informale come elemento centrale del processo, da cui non si può prescindere per il successo della progettazione
- personalizzazione del percorso, in base a desideri e aspirazioni della persona con disabilità e della sua famiglia, alle caratteristiche del contesto e della rete sociale
- costante monitoraggio, intervisione e scambio di informazioni e desideri rispetto al progetto individuale con la persona con disabilità e la sua famiglia: fondamentale per la riuscita del progetto è la condivisione totale e il coinvolgimento attivo di tutte le figure di riferimento (formali e informali) presenti nella vita della persona.
Destinatari:
- comunità di riferimento
- 15 persone con disabilità intellettiva e le loro famiglie
- Operatori coinvolti (precedente percorso di formazione nell’ottica di approfondire le metodologie di coprogettazione e le pratiche si lavoro coerenti con la prospettiva dei diritti (CentroStudiDivi Un.Torino-CentroStudiErikson"SonoAdulto")

Finalità e allineamento con l'area di intervento

Il presente progetto riguarda i giovani con disabilità intellettiva e il tema del Dopo di noi ma con una prospettiva “nuova”. Trae origine dalle normative internazionali che impongono di non chiedersi più “dove collocare” le persone con disabilità una volta che la famiglia non può occuparsene, ma come fare a garantire loro il diritto di vivere nella società, e di scegliere come tutti. Il primo passo è renderli quindi il più possibile autonomi. Attualmente le indicazioni normative indicano la necessità di soluzioni innovative che superino la logica della mera residenzialità ma si orientino al progetto di vita individuale, rispondendo allo stesso tempo alle necessità di tutelare senza limitare la libertà e consentendo il massimo grado di autodeterminazione. E’ necessario quindi ripensare il “dopo di noi”, in un’ottica di inclusione nella comunità: le persone devono poter vivere con la maggiore autonomia possibile e sviluppare un'inclusione sociale funzionale al progetto di vita.

Descrizione e numero dei beneficiari dell'intervento

15 giovani con disabilità intellettiva,le loro famiglie e il loro contesto di appartenenza.
Comunità: promuovere il cambiamento culturale per favorire il rispetto la concretizzazione dei diritti per tutti;modificare l’immagine stereotipata delle persone con disabilità intellettiva,promuovendone una rappresentazione adulta/attiva.
Persone e famiglie: rendere concreto per i partecipanti il diritto ad una vita indipendente e autodeterminata e costruire con i ragazzi e le loro famiglie percorsi di vita indipendente individuali e personalizzati, che siano sostenibili a lungo termine, per permettere di accrescere l’autodeterminazione e l’autostima del ragazzo,e di permettere alle famiglie di pensare ed immaginare il futuro dei loro figli serenamente.
Operatori: formare operatori alle pratiche dialogiche,a quelle basate sui diritti e alla costruzione condivisa del progetto individuale, introdurre nelle pratiche operative nuove modalità di lavoro coerenti con la Convenzione ONU.

Impatto che verrà raggiunto dal progetto

L'obiettivo primario del progetto è di attivare un percorso precoce senza aspettare il “dopo di noi”. Da anni l’Associazione Centro Down si occupa di realizzare progetti volti a costruire, arricchire e affinare il bagaglio di competenze e abilità personali e lavorative delle persone che frequentano l’Associazione, con l’obiettivo di far raggiungere loro l'autonomia personale.
I progetti individuali e personalizzati di vita indipendente prevedono l’attivazione di sostegni sia formali che informali, che integrino più dimensioni:
- il ruolo sociale di persona, con un’identità adulta
- la possibilità di avere un impiego lavorativo
- il poter vivere e abitare, se si sceglie, in modo indipendente.

Tutto questo trovando il supporto necessario e personalizzato nella comunità: questo vuol dire quindi in primis sensibilizzare la comunità di appartenenza. L’educatore avrà in parallelo sia il ruolo di affiancare la persona nell’accrescimento e nello sviluppo del suo percorso di autonomia, sia il ruolo di formare e informare i contesti di appartenenza della persona sul percorso di crescita che sta portando avanti e su quali possono essere le giuste strategie di supporto utilizzabili, in maniera informale, anche da parte loro. Particolare attenzione sarà infatti posta alla costruzione e al consolidamento della rete informale dei giovani, che più di ogni altra figura può supportare il progetto individuale. Verranno coinvolti i familiari, gli amici, i gruppi di appartenenza, i vicini e i punti significativi del quartiere di appartenenza e della città. Per ogni persona verranno investite ore di intervento educativo tra loro differenti, in base alle necessità di ognuno. Si stima in media che su un percorso di un anno si possano prevedere circa 50 ore a persona.

Modalità di monitoraggio dell'iniziativa e dei suoi risultati

Oltre ai costanti incontri di monitoraggio, di condivisione e di co-progettazione con le famiglie e egli operatori, all'inizio, dopo 6 mesi e al termine del percorso verrà consegnato alle famiglie il questionario sul grado di soddisfazione percepito rispetto alla qualità di vita del giovane con disabilità e la tabella di riferimento per la rete di supporto formale e informale con cui sono in contatto, per valutare se si è attivata e ampliata.

Considerazioni a sostegno della fattibilità dell'iniziativa

Il progetto è fattibile grazie all'ampia rete di supporto informale che ruota intorno ad ogni ragazzo e all'interesse dimostrato dai Servizi Sociali locali a sostenere il progetto.Nel lungo periodo, inoltre, il progetto permetterà la creazione di un processo di innovazione per il territorio alessandrino che consenta di generare un cambiamento culturale e nelle relazioni sociali, e risponda a bisogni esistenti ancora non soddisfatti dal territorio, ma che hanno necessità di essere affrontati con logiche, soluzioni e strumenti innovativi e sappiano sfruttare le opportunità derivanti da nuovi modelli economici, dalla disponibilità di nuove tecnologie e dall'interazione e dalla contaminazione tra soggetti differenti con competenze differenti, in un'ottica di open innovation. Innovativo per il territorio è anche l’introduzione di appositi strumenti di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) e di supporti che permettano una maggiore accessibilità agli spazi e alle relazioni.

Nome del progetto: La Vita indipendente per i giovani con disabilità intellettiva. Progetti personalizzati di autonomia.
Organizzazione proponente: ASSOCIAZIONE CENTRO DOWN ALESSANDRIA ONLUS
Area di intervento del progetto: Inclusione & Sviluppo Sociale