Artista vende tutto per aiutare gli altri di GIOVANNA MARIA FAGNANI Testirnoni Sarà presentato giovedì a Torino il libro su Eugenio Bolley, «un outsider dell'arte contemporanea» L'ex manager di un'industria meccanica s'è ritirato in Val di Susa nel 1975 ed è diventato scultore Con l'aiuto di Reale Foundation metterà in vendita tutti i suoi lavori per sostenere le vittime di calamità naturali «Le mie opere all'asta per aiutare gli altri» di GIOVANNA MARIA FAGNANI =, T o, qui non sono mai <44: I solo. Ho migliaia di 1, collaboratori, che scolpiscono insieme a me. Si chiamano minatori smeraldini: sono dei minuscoli lombrichi, che sotto la corteccia dei frassini scavano gallerie, formando decorazioni lunghe centinaia di chilometri. Ripetono ovunque lo stesso motivo, che ricorda la forma di una farfalla. È l'ennesima meraviglia di Dio che ho scoperto tra questi boschi. La loro arte si fonde nella mia». Oggi Eugenio Bolley, 83 anni, artista e scultore passa gran parte delle sue giornate sui sentieri delle montagne di Bardonecchia, in Val di Susa. «Faccio la legna, osservo i gipeti che volano, nascondo le nocciole e osservo gli scoiattoli che le ritrovano». Non ha cellulare, televisione o connessione a internet. «Lavoro, cammino, e studio la Bibbia» dice. La svolta Una vita molto diversa da quando a Torino, negli anni Settanta, era il dirigente di un'industria meccanica di Torino. Era il responsabile dell'ufficio acquisti, ma lo smog e il traffico lo angosciavano profondamente. Pittore e scultore autodidatta, nel 1975 ha fatto una scelta drastica: ha lasciato tutto e si è trasferito a Bardonecchia, per vivere di poco e dedicare tutte le sue energie all'arte. «È stata una benedizione grandissima». La natura e la necessità di preservarla diventa il tema delle sue opere. «Bolley, che ormai ha alle spalle 6o anni di lavoro, è stato il primo in Europa a dedicare opere all'inquinamento atmosferico e lo ha fatto attraverso una figura che lui chiama il Mangianuvole. Inoltre, ha un interesse costante per il segno: ha creato composizioni astratte con le lettere di diversi alfabeti» sottolinea Andrea Ludovici, curatore del volume «Eugenio Bolley, un outsider dell'arte italiana contemporanea» (Allemandi ed.), che sarà presentato giovedì 4 ottobre alla Galleria di Arte Moderna di Torino (via Magenta 31). Un volume che giunge alla vigilia di una nuova scelta drastica. Bolley ha deciso di donare tutte le sue opere circa milletrecento a Reale Foundation, perché siano battute all'asta e il ricavato sostenga progetti di solidarietà e serva per le vittime di calamità naturali. Rinunciare a sessant'anni di lavoro. wno Perché? Bolley cita un versetto del Vangelo di Marco, in cui Gesù risponde a un uomo che gli chiedeva come avere la vita eterna. «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, poi vieni e seguimi». Quell'uomo si rattristò. Bolley invece lo farà: «La vita eterna non si compra, noi ci salviamo precisa il pittore, di profonda fede evangelica per grazia di Dio. Ma io volevo aiutare gli altri. Ci sono stati anni in cui pensavo di fare cose grandi, come organizzare una spedizione di alimenti durante la carestia nel Sahel. Ma, nonostante i contatti che avevo, non ci riuscii. Allora ho deciso di dedicarmi agli altri, di aiutare con le piccole cose». Da quarantacinque anni aiuta i poveri, i sofferenti. Ma pensava di non fare abbastanza. L'íncontro Poi, l'estate scorsa, l'incontro casuale, a una delle sue mostre, a Bardonecchia, con il direttore generale di Reale Mutua, Luca Filippone. «Gli ho parlato del mio desiderio di vendere tutto e loro mi aiuteranno». Reale, aggiunge Ludovici, «ha riconosciuto nella sua idea quei valori di mutualità che la società porta avanti da 190 anni. Le due competenze professionali e umane si sono unite nella condivisione di un progetto». Alla presentazione del libro seguiranno mostre e poi aste-evento in varie tappe in Italia, organizzate dalla neonata Reale Foundation. Per informazioni: www.realegroup.eu. C) RIPRODUZIONE RISERVATA La Fondazione Nel 2017 Reale Group si è dotato di una propria fondazione corporate per strutturare in maniera più sistematica la propria strategia di sostenibilità e le attività di community engagement. Reale Foundation interviene soprattutto a sostegno di iniziative in Italia, Spagna e Cile su tre aree di urgente bisogno sociale: inclusività, welfare e resilienza ai rischi. Su questa base Reale Group ha disegnato il proprio percorso di sostenibilità per generare innovazione e produrre cambiamento nei territori nei quali opera